I nuovi cavalieri della tavola rotonda

Impauriti dall’avanzata sovranista? Preoccupati per l’inconsistenza dell’opposizione? Niente paura, arrivano i cavalieri della tavola rotonda. armati non di lance e spade, ma di algoritmi, prodotti finanziari e strategie economiche di lungo termine.

Sono duecento imprese, tra le principali di Wall Street che fanno parte di “The Business Round Table” un tavolo di lavoro intorno al quale si riuniscono periodicamente per studiare le strategie di mercato e di produzione. Tra di loro ci sono colossi finanziari come General Motors, JP Morgan, Amazon e Black Rock, il fondo finanziario più grande del mondo. Roba grossa, insomma.

Tutti insieme hanno deciso che non è più il caso di perseguire il profitto a tutti i costi come recitava l’articolo uno del neoliberismo:”Primo obiettivo di una azienda è creare valore per gli azionisti.”

Tutto questo secondo un documento, reso noto da Financial Times e firmato dai membri della tavola rotonda, non solo non aiuta il progresso economico, ma, a lungo andare lo può anche ostacolare.

E’arrivato, insomma il momento “di prestare più attenzione all’ambiente e di trattare i dipendenti con dignità e rispetto L’attenzione al profitto deve rimanere, ma dovrà essere solo una delle linee guida: d’ora in avanti i manager devono considerare anche l’impatto sull’ambiente e sulle comunità locali, i rapporti corretti con i fornitori, il rispetto dei consumatori e le condizioni offerte ai propri dipendenti.”

Dunque una rivoluzione copernicana che non mette più al centro del mondo economico i profitti e i dividendi degli insaziabili azionisti. Infatti, nel tentativo di contenerne la voracità, quelli della Business Round Table hanno chiesto alla SEC ( la Consob americana) di mettere dei limiti ai fondi attivisti che puntano unicamente al profitto senza preoccuparsi delle conseguenze.
La strada che dovrebbe portare al cosiddetto capitalismo inclusivo è stata imboccata. La parola adesso, se le intenzioni degli aderenti alla tavola rotonda saranno confermate dai fatti, spetterebbe alla politica: Anzitutto a quella di sinistra che, in pochi anni, si era baldanzosamente adeguata al neoliberismo e che adesso, se non coglie ed incoraggia questi segnali che vengono dal cuore del capitalismo, rischia di apparire più conservatrice di quelle che una volta erano le sue naturali controparti. Sarebbe il colmo. Ma potrebbe succedere.